Carie dentale: cos’è, cura, denti colpiti

carie dentali sintomi e cura
icona calendario 29 Luglio 2023     icona categoria Endodonzia

Che cos’é la carie

La carie dentale è una malattia comune che colpisce i denti. Inizialmente, distrugge lo smalto dentale e, se non trattata, può arrivare a colpire parti più profonde del dente, come la dentina e la polpa dentale. La carie può causare molto dolore e, se trascurata, può portare alla perdita del dente. Per prevenirla, è importante pulire bene i denti ogni giorno e fare visite regolari dal dentista. Così si può mantenere una bocca sana e evitare problemi dentali.

Classificazione delle carie in base alla profondità

Esistono cinque fasi di classificazione delle carie, in base alla profondità raggiunta nel dente:

  1. Iniziale: il primo segno di carie è una piccola macchia bianca sul dente. Non c’è ancora un buco nel dente, e questa fase può essere bloccata se si usa del fluoro prima che peggiori.
  2. Superficiale: In questa fase, la carie ha creato un piccolo buco che ha raggiunto la dentina, la parte sotto lo smalto.
  3. Profonda: a carie diventa più grande e arriva alla parte interna del dente, chiamata dentina. Si manifestano sintomi come dolore e fastidio.
  4. Penetrante: Il corpo cerca di fermare la carie facendo crescere una nuova parte del dente, chiamata dentina terziaria. Nonostante ciò, la carie continua a diffondersi.
  5. Perforante: Questa è la fase più grave. La carie ha raggiunto il centro del dente, causando molto dolore. È presente una lesione causa di esposizione pulpare. È necessario un trattamento immediato.

Quali sono le maggiori cause delle carie dentali

All’interno del cavo orale convivono diversi microrganismi, tra cui batteri come lo Streptococcus mutans e il Lactobacillus. In condizioni di scarsa igiene o di immunodeficienza, questi batteri possono attaccare i denti, dando origine alle carie dentali.

Sono disturbi di natura infiammatoria molto diffusi (quasi il 90% della popolazione ne è colpita), con decorso estremamente lento, che dapprima sono asintomatici, diventando manifesti soltanto quando la loro evoluzione è già piuttosto avanzata.

I batteri, infatti, tendono a penetrare sempre più in profondità nel dente, fino a raggiungere la polpa dentale, una parte anatomica ricca di terminazioni nervose sensoriali e di vasi sanguigni.

L’arrivo della carie alla polpa dentale è la causa della comparsa di dolore, spesso intenso e prolungato, responsabile del classico mal di denti, di solito accompagnato da ipersensibilità dentinale, coinvolgimento delle strutture parodontali e alitosi.

Le carie e i processi cariogeni non migliorano da sole. Se non vengono trattate in tempo, possono peggiorare e causare problemi come infezioni della polpa dentale (pulpite), ascessi dentali (raccolta di pus), infiammazione delle gengive (gengivite), cisti dentali, malattie delle gengive come la parodontite e alitosi.

Le principali cause delle carie sono:

  • Igiene dentale inadeguata: se non si lavano i denti dopo i pasti, i residui di cibo possono accumularsi e favorire la carie.
  • Dieta ricca di zuccheri: i batteri del cavo orale si nutrono di zuccheri, accelerando il processo cariogeno.
  • Fumo di tabacco: il fumo favorisce la crescita dei batteri cariogeni.
  • Placca dentale: la placca fornisce un ambiente ideale per la moltiplicazione dei batteri.
  • Bocca secca: la saliva aiuta a pulire la bocca e a ridurre il numero di batteri, quindi una bocca secca può aumentare il rischio di carie.
  • Immunodeficienza: un sistema immunitario debole può rendere più difficile per il corpo combattere i batteri cariogeni.
  • Alcol: un consumo eccessivo di alcol può alterare l’equilibrio della flora orale.
  • Età: le carie sono più comuni nei bambini e negli anziani.
  • Mancanza di fluoruro: il fluoruro rafforza lo smalto dei denti, aiutando a prevenire le carie.
  • Predisposizione genetica: alcune persone sono naturalmente più propense a sviluppare carie.

Le fasi del processo delle carie

Le carie iniziano attaccando le parti dure del dente, come lo smalto e la dentina, e poi si spostano verso le parti più morbide del dente. Questo processo distruttivo si verifica principalmente nei denti esposti, ma può anche colpire i denti che sono stati sottoposti a trattamenti come la devitalizzazione.

La progressione della carie avviene in fasi, durante le quali i tessuti duri dei denti vanno incontro a una demineralizzazione progressiva, portando a denti indeboliti.

Gli stadi del processo cariogeno sono quattro e comprendono:

  1. Stadio Iniziale della Carie Dentale: nella prima fase del processo cariogeno, l’attacco inizia sulla superficie dello smalto, il tessuto più duro del corpo umano. La presenza di batteri e placca dentale favorisce la demineralizzazione dello smalto, causando la formazione di carie superficiali. Questo stadio può essere rilevato visivamente con la comparsa di macchie scure o bianche sulla superficie del dente, spesso senza provocare dolore.
  2. Carie Dentale nella Dentina: avanzando, la carie penetra nella dentina, il tessuto sottostante lo smalto. Questo avviene quando i batteri sfruttano l’acidità prodotta dalla fermentazione degli zuccheri per erodere lo smalto. Questo stadio può causare sensibilità al freddo, al caldo, al dolce o al dolore durante la masticazione.
  3. Carie Dentale nella Polpa: durante il terzo stadio, la carie arriva alla polpa del dente, la parte centrale del dente che contiene vasi sanguigni e nervi. In questo stadio, il dolore diventa spesso più acuto e costante, a volte estremamente intenso.
  4. Complicazioni della Carie Dentale: nell’ultimo stadio, la carie si è diffusa completamente all’interno del dente, mettendo a rischio la sua sopravvivenza. Se non trattata, questa condizione può portare a infezioni gravi come ascessi dentali o necrosi polpare.

La progressione cariogena, che procede dall’esterno verso l’interno, impiega molti mesi per svilupparsi, ma non guarisce autonomamente in quanto i denti non possiedono nessuna capacità rigenerativa.

Quali sono i sintomi della carie?

Le carie dentarie possono manifestarsi in modi diversi, e i segnali possono cambiare in base al grado di sviluppo e alla localizzazione della lesione cariogena. Spesso, nelle fasi iniziali, le carie possono rimanere nascoste, non presentando sintomi evidenti. Questo sottolinea l’importanza di effettuare controlli odontoiatrici periodici, anche quando non si riscontra alcun disagio.

Quando una carie progredisce oltre la fase iniziale, e inizia a intaccare la dentina, si possono sperimentare vari sintomi, tra cui:

  • Mal di denti: potrebbe essere solo un fastidio o un vero e proprio dolore.
  • Dolore improvviso: un colpo di dolore quando mangi o bevi qualcosa di dolce, caldo o freddo.
  • Sensibilità: i tuoi denti potrebbero iniziare a fare male quando mangi dolci o bevi qualcosa di molto caldo o freddo.
  • Buchi nel dente: potresti riuscire a vedere dei piccoli buchi nel dente, spesso caratterizzati da un colore nero o marrone.

Quali sono le principali complicanze delle carie dentali

Per salvare un dente cariato è indispensabile intervenire tempestivamente perché i batteri responsabili del disturbo non arrestano la loro moltiplicazione, ma procedono dall’esterno verso la polpa in maniera lenta ma regolare.

La progressione inarrestabile di questi germi patogeni provoca un processo distruttivo in grado di danneggiare in maniera irreversibile il dente.

Le principali complicanze delle carie sono le seguenti:

  • ascesso dentale, che di solito si sviluppa su carie non curate e che si presenta con l’aspetto di una tumefazione dolorosa contenente abbondanti depositi di pus.
    In simili condizioni il dolore è particolarmente intenso, profondo e continuativo, associato al gonfiore dei tessuti parodontali (soprattutto gengive), a febbre, a ingrossamento dei linfonodi del collo e a malessere generale;
  • Cellulite batterica, provocata da gravi infezioni gengivali, che interessano anche tessuti esterni al dente, come la lingua, le guance e la gola, distretti anatomici che vengono colonizzati dagli agenti patogeni in proliferazione incontrollata. Spesso si formano edemi alla glottide e setticemia;
  • fistole, derivanti da profonde carie non curate che, dopo aver causato un ascesso, possono provocare l’ulcerazione del tessuto infiammato che si fistolizza;
  • sinusite mascellare, causata da ascessi non curati che tendono a penetrate all’interno della struttura ossea della mascella, soprattutto a livello dei molari e dei pre-molari.

Si tratta di evenienze piuttosto rare e facilmente evitabili se il trattamento della carie viene effettuato nei primi stadi del disturbo, quando le possibilità di guarigione sono massime.

Indipendentemente dal tipo di carie e dal dente colpito, è sempre opportuno non aspettare, ma intervenire il prima possibile per evitare sia interventi maggiormente invasivi, che la progressione del processo.

Quali sono i denti più colpiti dalle carie

Le carie possono colpire tutti i denti, siano essi sani o già trattati. Anche i denti devitalizzati o quelli con protesi non sono immuni. Tuttavia, certi denti sono più inclini a sviluppare carie.

In particolare, i pre-molari, i molari e gli incisivi superiori sono più vulnerabili alle carie. Questo perché i residui di cibo tendono a depositarsi tra gli spazi interdentali di questi denti, favorendo la crescita di batteri che causano le carie. Infatti è proprio il ristagno dei residui di cibo a livello dei solchi inter-cuspidali a offrire il substrato ideale per lo sviluppo dei batteri, che si nutrono appunto dei residui alimentari e soprattutto di zuccheri.

Su molari e pre-molari, che si caratterizzano per la presenza delle 4 tipiche cuspidi, si forma un piccolo avvallamento che funziona come una conca, dove il cibo si accumula, soprattutto se non si lavano i denti dopo aver mangiato. Questo spiega perché le carie prediligono questi denti, piuttosto che quelli dove non sono presenti solchi intercuspidali.

Prevenzione

La prevenzione delle carie è un aspetto cruciale della salute orale. Le carie sono una delle malattie dentali più comuni, ma con le giuste precauzioni, possono essere evitate. Ecco alcuni consigli pratici per prevenire l’insorgenza delle carie:

  1. Lavare i denti dopo mangiato: Spazzolare i denti dopo ogni pasto, almeno due volte al giorno, è fondamentale. L’uso di collutorio e filo interdentale può aiutare a rimuovere i residui di cibo e la placca batterica che lo spazzolino potrebbe non riuscire a raggiungere.
  2. Visite periodiche dal dentista: Le visite regolari dal dentista non solo aiutano a rilevare eventuali problemi in anticipo, ma possono anche fornire consigli personalizzati su come mantenere una buona igiene orale.
  3. Sigillature dei denti: Se sei particolarmente suscettibile alle carie, potresti considerare l’uso di sigillanti dentali. Queste pellicole protettive vengono applicate sulla superficie masticatoria dei denti posteriori, chiudendo le scanalature e le fessure che tendono a raccogliere residui di cibo.
  4. Alimentazione corretta: Evita cibi che rimangono facilmente bloccati nei solchi dentali e tra i denti per lunghi periodi, come caramelle o biscotti.
  5. Limita i cibi e le bevande zuccherate: Il consumo eccessivo di zuccheri può favorire la crescita di batteri cariogeni, quindi è meglio limitare l’assunzione di cibi e bevande zuccherate.

Diagnosi

La diagnosi delle carie è un passaggio fondamentale per mantenere i denti sani e forti.

Il dentista utilizza una serie di strumenti e tecniche per identificare la presenza di carie. Uno degli strumenti più comuni è lo specillo, un piccolo strumento a punta utilizzato per esaminare e sondare i denti alla ricerca di eventuali fori nello smalto, un segno tipico di carie.

Oltre all’esame visivo, possono essere utilizzate radiografie per valutare la gravità della lesione cariosa. Le radiografie possono rivelare carie che non sono immediatamente visibili all’occhio nudo, come quelle tra i denti o sotto le otturazioni esistenti.

Ricorda, una diagnosi precoce può prevenire l’aggravarsi delle carie e le potenziali complicazioni. Pertanto, è importante sottoporsi a controlli dentali regolari

Trattamento e cura delle carie dentali

La cura delle carie dentarie richiede un intervento mirato che prevede l’eliminazione delle parti necrotiche del dente e la successiva chiusura della cavità con materiali specifici, dopo aver effettuato le necessarie medicazioni. La scelta del trattamento più adeguato dipende dalla gravità della lesione cariosa. Ecco una panoramica delle possibili soluzioni:

  1. Fluoruro: Nei primi stadi della carie, il dentista potrebbe decidere di applicare un trattamento a base di fluoro per aiutare a ripristinare lo smalto del dente e prevenire ulteriori danni.
  2. Otturazioni: Questo è il trattamento più comune per le carie. Il dentista rimuove la parte del dente danneggiata dalla carie e la riempie con un materiale come l’amalgama, la resina composita, l’oro o la ceramica.
  3. Corone: Se una carie ha danneggiato una grande porzione di un dente, il dentista potrebbe dover rimuovere la parte danneggiata e coprire il dente con una corona, che può essere fatta di oro, porcellana, resina composita o una combinazione di questi materiali.
  4. Devitalizzazione del dente: Se la carie ha raggiunto la polpa del dente, causando un’infezione, potrebbe essere necessario un trattamento del canale radicolare. Durante questo procedimento, il dentista rimuove la polpa infetta, pulisce e sigilla il canale radicolare, e infine riempie e sigilla il dente.
  5. Apicectomia: Se un’infezione persiste nella zona dell’apice (la punta della radice del dente) dopo un trattamento del canale radicolare, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico endodontico chiamato apicectomia. Durante questo procedimento, il dentista o l’endodontista rimuove la punta della radice del dente e l’infezione circostante, quindi sigilla la fine della radice.
  6. Estrazione del dente: In casi estremi, quando la carie ha danneggiato troppo il dente e non può essere riparato, potrebbe essere necessario estrarre il dente. L’estrazione del dente può essere seguita dall’installazione di un impianto dentale, un ponte o una protesi per sostituire il dente mancante.

Quando viene estratto un dente a causa di una carie

L‘estrazione dentale, considerata l’ultimo rimedio per fare fronte all’evoluzione di un processo cariogeno incurabile con otturazione, devitalizzazione o apicectomia, consiste nella rimozione del dente, che non può quindi essere recuperato.

Tale procedura viene eseguita soltanto se la permanenza del dente nella sua sede anatomica potrebbe provocare conseguenze estremamente rischiose per la salute dell’organismo.

denti del giudizio e i terzi molari sono spesso i primi candidati all’estrazione, in particolare quando potrebbero causare problemi di malocclusione. Tuttavia, ci sono diverse condizioni che possono portare all’estrazione dentale, tra cui:

L’estrazione dentale rimane comunque un trattamento d’emergenza, da effettuare soltanto in casi specifici e sempre secondo il parere dell’odontoiatra, che di solito si orienta preferibilmente verso terapie di tipo conservativo.

dentista Paolo Francesco Orlando

Dott. Paolo Francesco Orlando

Chirurgo implantologo e odontoiatra che vanta una grande esperienza anche nell’innesto di impianti con poco osso. Iscritto all'ordine dei medici di Firenze con iscrizione albo di n. 967 si occupa di implantologia dentale e ortodonzia.

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