Indice
Lo stripping dentale è una procedura ortodontica consistente in una leggera limatura della dentatura volta ad aumentare lo spazio tra un dente e l’altro.
Si tratta di una tecnica veloce e indolore che tocca esclusivamente lo smalto, ovvero lo strato esterno del dente; si definisce infatti anche riduzione interprossimale dello smalto (in inglese Inter- Proximal Reduction – IPR).
Il dentista può aver bisogno di ricorrere allo stripping per ricavare spazio all’interno dell’arcata dentale e proseguire con successo i trattamenti ortodontici previsti per il paziente.
Un caso tipico in cui si fa ricorso allo stripping è quello del c.d. affollamento dentale (di bassa o media entità): grazie alla limatura diventa possibile ‘guadagnare’ lo spazio necessario per avviare l’allineamento dei denti tramite un apparecchio tradizionale, un apparecchio linguale o uno trasparente, senza dover ricorrere ad un’altrimenti necessaria estrazione del dente.
Il dentista può far ricorso allo stripping anche in altre situazioni, ad esempio in caso di incisivi sporgenti, per rimodellare alcuni denti o per ragioni puramente estetiche.
Il Dott. Paolo Francesco Orlando, dentista esperto delle Cliniche Dental Factor, ci aiuta nel proseguo dell’articolo a capire meglio cos’è e come funziona in ortodonzia lo stripping dentale.
Se hai bisogno di fare lo stripping dentale puoi rivolgerti a Dental Factor. Per prenotare una visita con il Dott. Paolo Francesco Orlando, contatta Dental Factor al numero 055 26 98 788 o tramite email a info@dentalfactor.it.
Cos’è lo stripping dentale
Per stripping dentale, o riduzione interprossimale dello smalto, si intende la procedura consistente nel limare lievemente le parti laterali di un dente, al fine di ridurne -in modo controllato e calibrato- la larghezza.
Lo stripping è una procedura molto comune, assolutamente sicura, indolore e rapida, che tocca solo lo smalto e consente di ridurre la larghezza di un dente tra gli 0,2 e gli 0,5 mm.
Lo stripping ha diverse funzioni in ambito ortodontico. Perlopiù il dentista vi ricorre quando ha bisogno di aumentare lo spazio tra un dente e l’altro -e in generale all’interno dell’arcata dentale- per proseguire con successo un determinato trattamento ortodontico.
Per fare un esempio, lo stripping viene utilizzato molto spesso per correggere l’affollamento dentale, ovvero quando vi è troppo poco spazio tra un dente e l’altro e di conseguenza la dentatura non è correttamente allineata.
In questo caso, prima di procedere con un trattamento ortodontico per risolvere questo tipo di malocclusione dentale, il dentista può decidere di rimuovere piccole quantità di smalto per ottenere maggiore spazio di intervento.
Di seguito ci soffermeremo ad analizzare tutte le situazioni che possono richiedere una riduzione interprossimale dello smalto; nel frattempo ci basti pensare che l’applicazione dello stripping su più denti consente al professionista di ‘guadagnare’ fino a 7 mm sull’intera arcata dentale.
Un valore che può davvero far la differenza nel risultato di un trattamento ortodontico!
Quando è consigliato fare lo stripping dentale?
Lo stripping dentale è una procedura utile in determinate situazioni cliniche per migliorare l’allineamento dentale. Ecco i casi in cui è consigliato:
- Affollamento dentale lieve o moderato: Questa tecnica è particolarmente efficace per risolvere affollamenti dentali di lieve o media entità. La rimozione di una piccola quantità di smalto (circa 0,5-0,8 mm per punto di contatto) può creare lo spazio necessario per allineare i denti senza dover ricorrere a estrazioni invasive.
- Necessità di spazio minimo per trattamenti ortodontici: Lo stripping dentale è utile nei trattamenti ortodontici che richiedono una leggera redistribuzione degli spazi per ottenere un allineamento ottimale dei denti. Questa tecnica permette di ottenere lo spazio necessario per il movimento dei denti in modo meno invasivo rispetto ad altre opzioni.
- Condizioni dentali adeguate: Per essere un candidato ideale allo stripping dentale, i denti devono essere in buona salute, senza carenze di smalto o ipersensibilità. Questa procedura è adatta quando i denti hanno una forma appropriata e una buona igiene orale è mantenuta per prevenire complicazioni post-procedura.
Quando non si può ricorrere allo stripping
ecco le situazioni in cui non è possibile effettuare questa procedura:
- Presenza di ponti, corone o protesi dentali: se il paziente ha ponti, corone o altre protesi dentali nei punti in cui dovrebbe avvenire l’abrasione, lo stripping non è consigliato. la presenza di questi dispositivi può complicare la procedura e ridurre la sua efficacia.
- Elevata sensibilità dentale: i pazienti con elevata sensibilità dentale non sono buoni candidati per lo stripping dentale. la rimozione di smalto può aggravare la sensibilità, causando disagio significativo.
- Carenza di smalto: se il paziente ha uno smalto dentale sottile o insufficiente, lo stripping può portare a problemi di sensibilità e aumentare il rischio di carie. la quantità di smalto rimuovibile è limitata, e in caso di smalto già compromesso, la procedura non è fattibile.
- Denti di forma rettangolare: i denti con una forma rettangolare non sono ideali per lo stripping dentale. la rimozione di smalto su questi denti potrebbe non creare lo spazio necessario senza compromettere la struttura del dente.
- Malposizioni dentali severe: se i denti sono gravemente malposizionati, il dentista potrebbe non avere accesso adeguato ai punti di contatto per eseguire l’abrasione. in questi casi, è necessario correggere prima l’allineamento dentale con altre tecniche ortodontiche.
- Spessore insufficiente dello smalto: anche quando lo smalto non è particolarmente sottile, il dentista deve valutare attentamente lo spessore disponibile. se lo spessore dello smalto non è sufficiente per permettere l’abrasione senza rischi, lo stripping non è raccomandato.
Stripping dentale: come funziona in ortodonzia
Sono decenni che lo stripping dentale viene utilizzato con efficacia e sicurezza in campo ortodontico.
I casi principali cui si fa ricorso a questa tecnica sono i seguenti:
- in caso di affollamento dentale;
- per il riallineamento di denti storti;
- in caso di incisivi sporgenti;
- qualora si debba procedere con l’applicazione di faccette dentali, corone e ponti;
- per aggiustare la dimensione e la forma dei denti;
- in caso sia debba eliminare gli spazi scuri tra un dente e l’altro.
In tutti i casi, infatti, questa riduzione misurata e calibrata della superficie laterale dei denti consente al dentista di proseguire un efficace trattamento di ortodonzia.
Vediamo ora come lo stripping dentale funziona in ortodonzia analizzando i vari casi.
Stripping in caso di affollamento dentale
L’affollamento dentale è quella condizione per cui il paziente non presenta spazio sufficiente nell’arcata dentale per accogliere correttamente tutti i denti.
I dentisti ricorrono quindi allo stripping per far spazio in bocca e procedere poi ad allineare la dentatura tramite l’apparecchio ortodontico.
Stripping in caso di incisivi sporgenti
Quando gli incisivi superiori sporgono in avanti, verso l’esterno, si ricorre allo stripping per limare qualche mm nel sestante antero-superiore.
Stripping per applicare faccette dentali, corone e ponti
Per applicare le faccette dentali in modo professionale è quasi sempre necessario ricorrere ad una limatura del dente interessato: le faccette infatti ricoprono, oltre alla parte anteriore del dente, anche una piccola porzione delle parti laterali.
Sulla parte limata, che comunque non va oltre gli 0,5 mm, il professionista applica immediatamente del fluoro per rafforzare lo smalto.
Si può in questo caso riscontrare una temporanea sensibilità ai denti.
Anche corone e ponti richiedono di limare una parte di smalto, determinata dal dentista in base all’usura del dente: la sostanza malata deve essere rimossa per poter procedere con l’installazione di un ponte o di una corona.
Stripping per correzioni estetiche
Lo stripping dentale può avere anche funzioni meramente estetiche, andando cioè a rimodellare un dente dai bordi irregolari o danneggiati.
Grazie allo shaping è possibile ad esempio accorciare o rimodellare un canino troppo lungo, aggiustare discrepanze evidenti tra i denti o rendere più facilmente accessibili gli spazi tra un elemento dentale e l’altro.
Stripping per ridurre gli spazi neri tra i denti
La limatura è una tecnica utilizzata anche quando gli spazi interdentali nell’arcata superiore siano troppo evidenti, dando luogo a spazi neri tra un dente e l’altro.
In questo caso il professionista procede con lo stripping per ridurre il punto di contatto tra un dente e l’altro, successivamente applica un trattamento ortodontico che consente ai denti di avvicinarsi nella loro sezione coronale, andando a colmare questi ‘triangoli’ neri.
Le principali tecniche di stripping dentale
Prima di procedere allo stripping dentale il professionista di riferimento effettua una radiografia alla bocca del paziente e calcola, grazie ad appositi software informatici, la quantità di smalto da limare.
Successivamente si valuta se effettuare la riduzione interprossimale dello smalto con tecnica manuale oppure tramite un dispositivo meccanico.
Limatura manuale
Questa tecnica viene effettuata con strisce abrasive diamantate, che vengono utilizzate a mo’ di filo interdentale tra un lato e l’altro dei denti.
Queste strisce metalliche possono avere vari spessori e granulometrie a seconda della necessità.
La limatura manuale, del tutto indolore, consente di controllare perfettamente la quantità di smalto da asportare e rappresenta il metodo più efficace soprattutto se si deve agire su piccole porzioni di smalto.
Limatura meccanica
Si ricorre a questa tecnica quando sia necessario ricavare spazio tra più elementi dentali.
Gli strumenti utilizzati per la limatura meccanica sono dispositivi rotanti e oscillanti, di spessori diversi, di fatto più potenti dello stripping manuale e dunque da maneggiarsi con grande professionalità.
Il professionista, qualunque sia la tecnica di limatura utilizzata, procede poi ad una lucidatura dei denti con strisce diamantate sempre più fini, accertandosi che non vi siano zone ruvide tra un dente e l’altro e ponendo eventualmente immediato rimedio.
Lo stripping fa male?
Questa è una domanda che si pongono molti pazienti e la cui risposta è netta: no, lo stripping dentale non fa male, né durante la limatura né dopo il trattamento.
Questo perchè lo stripping agisce solo sullo smalto, che è privo di terminazioni nervose. Al massimo il paziente potrà avvertire un leggero fastidio dato dallo sfregamento, ma niente di più.
Chiaramente, non ci stanchiamo di dirlo, è necessario che tutta la procedura venga svolta da professionisti qualificati, che abbiano opportunamente valutato quanto smalto limare e che padroneggino bene i propri strumenti del mestiere.
I pro e i contro dello stripping dentale
Come ogni procedura, anche lo stripping può avere i suoi pro e i suoi contro.
Partiamo dai principali punti a favore della riduzione interprossimale dello smalto:
- rappresenta spesso una valida alternativa all’estrazione del dente. Quando lo specialista ha bisogno di avere spazio sufficiente per consentire ai denti di posizionarsi correttamente dopo l’applicazione di un apparecchio dentario o di un allineatore, in alcuni casi è sufficiente limare lo spazio tra i denti anziché procedere con una ben più impattante estrazione;
- si tratta di una tecnica comprovata, sicura, non invasiva e assolutamente indolore;
- permette di recuperare spazio dentale in pochi secondi, consentendo al professionista di creare velocemente le condizioni per il successivo trattamento ortodontico.
Tra i contro dello stripping dentale troviamo invece:
- possibilità di un’aumentata sensibilità agli sbalzi di temperatura a carico del dente oggetto di limatura;
- rischio, in caso di un’eccessiva limatura, di intaccare la dentina sottostante lo smalto o addirittura di creare eccessivo spazio tra i denti.
- particolare attenzione va posta poi quando si va a lavorare sui denti posteriori: qui lo stripping va effettuato con grande cautela per evitare che il punto di contatto tra i due denti venga eccessivamente appiattito, provocando problemi di intasamento di cibo tra un dente e l’altro.
Questi contro però si possono tranquillamente evitare: è sufficiente affidarsi ad un professionista esperto, che sappia maneggiare con padronanza tutti gli strumenti del suo lavoro.
Dott. Paolo Francesco Orlando
Chirurgo implantologo e odontoiatra che vanta una grande esperienza anche nell’innesto di impianti con poco osso. Iscritto all'ordine dei medici di Firenze con iscrizione albo di n. 967 si occupa di implantologia dentale e ortodonzia.